Fibra ottica: un’infinità di disservizi

La fibra ottica è una tecnologia più moderna che garantisce una connessione internet migliore e più veloce, essa consiste in sottilissimi fili di vetro o plastica contenuti in una guaina di gomma, che permettono la trasmissione di dati in tempi molto più ridotti rispetto alla classica linea telefonica.

La fibra dovrebbe, come appena detto, garantire prestazioni migliori in termini di velocità. Nelle principali città italiane vi è una copertura di rete maggiore che comporta alle stesse grandi vantaggi, ma nelle città più piccole, o nelle periferie, i disservizi sono numerosissimi e spesso la fibra arreca un’infinità di disservizi quali ad esempio notevoli ritardi nell’attivazione della stessa oppure, nei casi più problematici, la non attivazione con la conseguente assenza di linea e di internet.

Tutto questo dipende dal fatto che le compagnie telefoniche, purtroppo, limitano gli investimenti per l’ampliamento delle centrali e per la predisposizione degli armadi, che dovrebbero smistare il segnale dalla fibra verso le abitazioni, quindi molto spesso i disservizi legati alla fibra sono dovuti a grosse carenze strutturali.

In Italia, purtroppo, la fibra non copre ancora tutte le zone, ma le compagnie telefoniche la propongono agli utenti che spesso nel tentativo di attivarla si ritrovano con un servizio lento, o completamente assente, costretti a sopportare, contrariamente alle promesse propinate, notevoli disagi.

Molti utenti-consumatori, ad esempio, riferiscono che per svariati mesi hanno riscontrato continue cadute di connessione e che le società telefoniche non hanno fornito alcun tipo di assistenza. Altre volte i consumatori hanno denunciato la lentezza della connessione, sostenendo che il passaggio dall’ADSL alla fibra ha comportato un rilevante peggioramento della qualità del servizio.

Le compagnie telefoniche fanno poco per migliorare la situazione anzi spesso pur sapendo che alcune zone non sono coperte dalla fibra, propongono ugualmente agli utenti di attivarla ignorando quelli che sono i precisi obblighi loro imposti dalla legge.

In primis i gestori dovrebbero agire in ottemperanza ai principi di correttezza e buona fede, nonché secondo diligenza qualificata. Questi principi, spesso disattesi, sono contenuti nel codice civile e ribaditi dal codice del consumo.

L’art. 2. nr. 2 del Codice del Consumo, infatti, recita: “ Ai consumatori ed agli utenti sono riconosciuti come fondamentali i diritti: c) ad una adeguata informazione e ad una corretta pubblicità; c-bis) all’esercizio delle pratiche commerciali secondo principi di buona fede, correttezza e lealtà; e) alla correttezza, alla trasparenza ed all’equità nei rapporti contrattuali. In particolare, la correttezza esprime l’esigenza che, durante la formazione e lo svolgimento del rapporto contrattuale, le parti si comportino secondo i canoni della lealtà e solidarietà; la trasparenza deve assicurare la chiarezza delle clausole contrattuali ed un’adeguata informazione nel corso delle trattative e dell’esecuzione del contratto; la buona fede, come principio fondamentale, risulta richiamata più volte non solo dal codice civile precisamente negli artt. 1175, 1337, 1358, 1366, 1375, 1460 c.c., ma anche dal Codice del Consumo, reinterpretata con riferimento ai diritti ed alla tutela del consumatore.

La diligenza con cui le compagnie telefoniche devono agire non è quella ordinaria bensì quella qualificata, in conformità a quanto prescritto dall’art. 1176 c.c., comma 2, onde evitare di cagionare danni agli utenti/consumatori.

Le società telefoniche, secondo quanto dalle stesse illustrato con le condizioni generali di servizio, si impegnano a completare il passaggio entro 72 ore, ma il riferito impegno resta spesso disatteso e pertanto, nel caso in cui tale termine non venga rispettato, è consigliabile contattare il servizio clienti per sollecitare il passaggio alla fibra.

Oltre a ciò, è necessario che l’utente formuli reclami telefonici e perché agli stessi sia riconosciuta validità, si consiglia di appuntarsi il codice della chiamata che viene fornito prima di parlare con l’operatore, tutto ciò al fine di avere la prova della segnalazione che si è effettuata.

Nel caso in cui i solleciti telefonici non portassero alla risoluzione delle problematiche, occorrerà formulare anche un reclamo scritto (fax, email, pec, raccomandata con ricevuta di ritorno ecc.)

Si precisa che trascorsi 60 giorni solari dalla richiesta di passaggio alla fibra senza che la stessa sia stata evasa, le società saranno tenute ad indennizzare i clienti.

Le società telefoniche, infatti, si obbligano esse stesse con la carta dei servizi, ad offrire i propri servizi in modo regolare, continuativo e senza interruzioni riducendo al minimo, nei casi di malfunzionamento o interruzione del servizio, la durata del disagio arrecato rispettando precisi canoni qualitativi e quantitativi, secondo quanto previsto dal contratto stipulato con il cliente e dalla Carta Servizi.

Nel caso in cui, dunque, il gestore telefonico fatturi ed incassi somme di denaro anche per i periodi in cui si sono verificati i disservizi, ovviamente tali somme non sono dovute e se sono state incassate devono essere restituite all’utente.

Il ritardo dell’attivazione della fibra, ad esempio, dà diritto ad un indennizzo il cui importo dipenderà dalla durata del disservizio sofferto dall’utente e qualora il gestore telefonico manifesti la sua reticenza nella corresponsione dello stesso, sarà necessario adire il Corecom competente per territorio per espletare un tentativo di conciliazione, obbligatorio per legge.

L’utente consumatore, qualora abbia sofferto di un disservizio prolungatosi per svariati mesi e ritenga poco congruo l’indennizzo offerto dal gestore telefonico durante il tentativo di conciliazione presso il Corecom competente, rifiutata la proposta di indennizzo, potrà ricorrere alla giustizia ordinaria (Giudice di Pace o Tribunale) e richiedere il risarcimento di tutti i danni subiti.

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